Tommaso Pellegrini

Mostra personale a cura di Barbara Vincenzi (Padiglione Islanda) 

 

Originario del Friuli e viaggiatore nell’animo, da giovanissimo rimane intensamente influenzato dalla conoscenza di uno sciamano durante un seminario e decide in seguito di iscriversi all’Università di Napoli, con un corso di studi sulla lingua e la cultura cinese, laureandosi con una tesi sulle Avanguardie Artistiche della Cina Contemporanea. Sono proprio questi gli anni in cui intraprende il suo percorso artistico.

La sua prima produzione ricerca la spiritualità e il misticismo, approfondendo, attraverso un’attendo studio che parte dagli archetipi primordiali dell’uomo per affondare le radici nel vero, alla ricerca della profonda autenticità.

Influenzato dalla cultura cinese, stato in cui vive per un anno, la cultura autoctona lo porta a produrre le sue prime sculture in forma statuaria, dove i volumi massicci e le forme delle figure appaiono immobili e le espressioni senza tempo; sculture che propendono verso il mistico, verso un equilibrio interiore. Le figure rivelano sguardi atemporali di chi non vede con gli occhi ma con la mente; altre hanno gli occhi chiusi e sono in fase contemplativa, tese verso la nobile verità che porta alla serenità interiore. Ed è proprio questo stato di quiete e di benessere che trasmettono le sue prime sculture, che rivelano la loro nudità senza pudore ma con la piena consapevolezza del proprio corpo e spirito. Volumi grezzi e non-finiti, si interessano alla forma e al volume globale, alla ricerca di un’armonia fra interno ed esterno tra corpo e spirito, dove prevale la ricerca dell’interiorità.

Terrecotte dipinte con colori caldi di rossi carminio o di diverse tonalità di ocra, o più spiccatamente di viola o nero, altre invece sono lasciate al naturale dove il materiale vive e respira. Tutte le opere sono contestualizzate in uno spazio ascetico e trascendente, dove l’uomo vive in perfetto equilibrio con il mondo e la natura. Successivamente attratto anche dalla cultura dei nativi d’America, dai loro rituali, appaiono i primi totem, totem che vengono sono rivisitati, intrecciandosi alla cultura cinese. Totem tesi verso l’alto, che si stratificano su pannelli, dove compaiono parti anatomiche, quali piedi, mani, orecchie, e che s’intervallano a rane e fenicotteri. I diversi colori accesi e gioiosi richiamano il desiderio dell’uomo verso il contatto con la natura, dove i caldi gialli, arancioni e blu, rosa e verdi si legano in perfetta misura formale e visiva.

Altri totem sono rappresentati da un lungo braccio che si allunga verso l’alto, verso il cielo tramite un colore giallo vibrante, mentre un altro rappresenta una gamba appoggia a terra, questo crea una dualità tra le due sculture-totem, di ascesa verso l’alto la prima, e ben salda al suolo la seconda, in un dualismo di spirito e carne, di misticismo e concretezza, verso la ricerca di un eterno ordine tra dentro e fuori.

Viaggia tra Mongolia e Siberia, terre in cui lo sciamanesimo è ancora vivo e sentito; queste terre ancestrali, questa cultura atavica entra via via nelle sue sculture che ci appaiono sotto diverse forme, volumetrie globali che rappresentano le sagome d’insieme dell’uomo, o più raffinatamente contemplative.

Tommaso vive un periodo tra New York e l’Australia arricchendo il suo già ampio bagaglio culturale e approfondendo le conoscenze artistiche locali ricercando negli artisti contemporanei un'estetica che riconduce al mistico. Curiosamente attratto anche dai totem Haida e dall'arte aborigena australiana da vita a sculture in legno. Il legno come materiale che vive e respira, come elemento degli alberi e dei boschi, come simbolo della forza generatrice, che si allarga nel suo pensiero manifestandosi in opere che ricercano la profonda sintonia dell’uomo con la natura circostante, quasi in un’osmosi tra l’uno e l’altra.

Frequentata in seguito l'accademia di Belle Arti di Carrara per due anni, e l'Istituto di scultura del marmo, e successivamente lavora per un lungo periodo come architetto d’interni. Durante questo periodo influenzato dall’architettura e dal design, sposta la sua attenzione a scelte stilistiche più essenziali, dove la ricerca dei pieni e dei vuoti non perde mai d’armonia tramite linee essenziali che si delineano sinuosamente, lunghe e slanciate o morbidamente arrotondate. Anche qui i colori caldi s’intervallano al materiale naturale.

La sua ultima produzione si sposta ancor più nella direzione di ricerca spirituale intrapresa anni prima, diventando via via sempre più concettuale tesa alla sintesi, in un equilibrio di forme più acute o arrotondate volumi e incavi, realizzando sculture di nobile livello artistico.

La sua curiosità, e l’abilità con cui incessantemente sperimenta nuove idee, nuovi materiali, senza mai abbandonare un suo pensiero come filo conduttore, fa di Tommaso Pellegrini un’artista completo, di grande spessore culturale e talento artistico.

 

Barbara Vincenzi