Ivo Stazio

Mostra personale a cura di Valerio Grimaldi

 

Il colore dentro

Rintracciare dopo la scomparsa di Licia Sovrani Lamma e di Giuseppe Gagliardi un erede possibile del dipingere sospeso tra astrazione naturalistica ed evocazione, esorcismo di colore metabolizzato emozionale e ragionato insieme appariva sempre meno probabile, forse impossibile. La comparsa sulla scena dei pittori di casa nostra di un giovane artista come Ivo Stazio può fare ipotizzare questa continuità. 

Stazio continua la grande capacità coloristica  e tonale, il succedersi di cromie rancide e carnose... I colori che sembrano seguirsi a piani, la solidità descrittiva che fece scrivere a Francesco Arcangeli una storica critica sugli "ultimi naturalisti".

Queste opere da una parte registrano un grande accanimento tonale, un compiacimento coloristico che subisce improvvise accelerazioni di impasti cromatici assolutamente desueti, un plein air conquistato attraverso una serie di rarefazioni, di filtri che lo allontanano da un naturalismo del quale le immagini potrebbero compiacersi. 

Alcune tenuità morandiane e schermature di colore, la non perimetrazione dei volumi, lo sfuocarsi che si combina nelle calcinature gessose dei calanchi o in una matericità quasi informale dell'affresco sono stadi aggiuntivi che Stazio propone nella tensione di affrancarsi da un monitoraggio di costanti impressioniste. 

In effetti il passaggio ulteriore che Stazio compie è quello verso un neo-naturalismo che aggangia insieme rarefazione, estraniazione del visto e accentuazione, concentrazione, sintesi di luce, piani, fughe, sovrapposizioni incantamenti che il visto rappresenta. Il colore e il suo doppio per parafrasare Artaud.

Ma sempre con il colore e dentro il colore.

 

Valerio Grimaldi