Lorenzo Silvestrini

Mostra personale a cura di Barbara Vincenzi

 

Variazioni e bilanciamento 

Quando guardiamo la produzione di Lorenzo Silvestrini, la sensazione primaria è di un forte equilibrio di colori, segni e forme.

Nato a Venezia, i suoi esordi furono affianco al nonno, anch’egli artista, proprio a Campo San Barnaba, Dorsoduro. Ora, dopo oltre trent’anni di affermata carriera all’estero, soprattutto Germania e Francia, ritorna lì, proprio dove ha mosso i primi passi da artista, a Dorsoduro, con una personale a Palazzo Zenobio.

Gli inizi di Lorenzo si mossero subito in direzione della sperimentazione e dell’astratto/materico, e dopo anni di ormai confermato lavoro, nonostante il suo stile sia più forte e sicuro, rimane in lui la predominante della sperimentazione, che si alimenta nella continua ricerca e l’uso di nuovi materiali.

Abile nella composizione bilanciata di geometrie e segni che partono essenzialmente dall’impeto, dal sentimento e dall’irrazionalità, come stesso Silvestrini dice, in un secondo momento avviene la consapevolezza, la razionalizzazione quando il suo sguardo si posa interessato su un dettaglio e comincia, dal primario gesto a intravedere e costruire l’intera composizione.

L’assetto stilistico così come la gamma dei colori non è mai la stessa: passa da neri, ocra e bianchi puri a intensi lapislazzuli e rossi accesi. Il rosso lo troviamo in quasi tutte le sue composizioni: a volte un piccolo segno pulsante, altre volte una superficie più estesa che trova accordi con altri colori.

Forte di equilibrio e pacatezza le sue opere rimandano a un senso lirico: il gesto dettato dall’impeto diventa poi, tramite l’elaborazione, veicolo per esprimere concetti e verità primarie.


Barbara Vincenzi