Deserto Rosso (omaggio a Michelangelo Antonioni) : Anteprima

A cura di  Virgilio Patarini e Barbara Vincenzi

Opere di: Riccardo Bottazzi, Lorenzo Curioni, Guglielmo Nero e Roberto Pagnani

 

Un passaggio dantesco, tra l’Inferno dell’alienazione della città estraniante e il Paradiso dell’unione artistica e creativa. Fino alla creazione della Materia e del Silenzio. Alla coscienza del Sè...

Aldilà del concetto di Alienazione a cui è sempre stato legato, il cineasta ha affrontato nei suoi film un forte e intenso rapporto tra la natura e i personaggi. Natura che lui ha amato tanto anche nei suoi dipinti, passione celata, ma intima e reale.  Natura nemica, alienante, ma anche natura accogliente e unita all’essere umano. Spesso natura che parla al posto dell’attore. Con i suoi occhi. Con i suoi respiri e sussulti.

Michelangelo Antonioni, con il suo testamento “Lo sguardo di Michelangelo", ci ha lasciato un grande dono: Il silenzio. Ma un silenzio ricco di creatività, di forza, che esplode nello Scontro – Incontro fra titani. Michelangelo Antonioni di fronte all’opera più imponente e definita del grande scultore del Rinascimento Michelangelo Buonarroti. Se la Natura è protagonista nella Trilogia e in "Deserto Rosso", qui è l’Arte il personaggio pricipale. Arte che salva e che sublima.

La mostra si sviluppa su tre livelli. Come fosse un cammino di espiazione, di catarsi per lo spettatore ma anche per l’artista stesso.

Prima stanza, Inferno. Ci troviamo in un ambiente non accogliente, fastidioso, nevrotico e alienante. Ambiente in cui la città, la fabbrica prendono il potere sull’uomo. L’essere umano è piccolo in confronto all’infinito del paesaggio soffocante, che come un mostro dantesto sputa fumi di fuoco.  Il silenzio dell’Eclisse umana si traduce nel silenzio di una città di automi.

Seconda stanza, Purgatorio. Già nel primo film della Trilogia in bianco e nero "L’Avventura",  L’uomo entra in contatto con la Natura con cui dialoga e che guarda con i suoi stessi occhi. Un senso di pace. Coscienza e totale unione che si tradurrà nei giovani corpi che in "Zabriskie Point" trasformano con il loro amore La Death Valley nella Valle della Vita e della Vitalità animalesca e primordiale.

Terza Stanza: Paradiso.Silenzio.. La Natura umana e del paesaggio entra nella creazione artistica. Ne “Lo sguardo di Michelangelo” L’artista  osserva la  “grande opera” che a sua volta guarda il cineasta.  L’arte diventa salvezza e sublimazione. La materia prende vita.

 

Federica Marrella